Perché dobbiamo definire il futuro delle costruzioni?

Il settore delle costruzioni produce il 6% del PIL globale (ovvero vale 10 trilioni di $), ma consuma il maggior numero di risorse naturali ed è responsabile, sempre a livello globale, del 25-40% di emissioni di CO2.

Nonostante produca solo il 6% di PIL è un settore cruciale! Basti pensare che, secondo studi condotti in paesi altamente industrializzati quali gli Stati Uniti, trascorriamo fino al 90% del nostro tempo [U.S.EPA, 1989] all’interno di edifici.

Allora perché il grado di innovazione negli ultimi 40 anni (complessivamente) del settore delle costruzioni è stato bassissimo o pressoché nullo?

Mentre altri settori hanno avidamente intrapreso la via della digitalizzazione e automazione, il settore delle costruzioni ha esitato. In pratica i processi sono per la maggior parte gestiti come 2 generazioni fa.

La risposta non è semplice ma credo possa essere riassunta nella forte presenza di utili e nella bassa concorrenza di prodotti e servizi principalmente locali.

Come intervenire?

La risposta è ovvia: innovando. E non serve eseguire alcuna analisi di potenzialità per comprendere che lo spazio per innovare nel settore delle costruzioni c’è ed è molto.

In questo lavoro dobbiamo considerare che le innovazioni nel settore delle costruzioni devono essere adattate alle seguenti esigenze specifiche del settore e della localizzazione dell’intervento:

  • Sociali – culturali (zone metropolitane vs. suburbane, co-housing…).
  • Tipologiche (palazzi multipiano, case singole, scuole…).
  • Costruttive (carichi sismici, aspetti energetici, cantieri brevi, logistica di cantiere…).

L’obiettivo del presente articolo non è quello di fornire soluzioni “copia-e-incolla” buone per tutte le stagioni, ma bensì un quadro di possibili approcci e metodologie per ottenere la soluzione migliore al caso specifico.

I framework per la trasformazione del settore

Di seguito si riporta l’utilissimo framework proposto da The World Economic Forum e The Boston Consulting Group con azioni e best practice per tutti gli attori in gioco.

In particolare il legislatore e l’itero settore pubblico dovrebbe considerare le seguenti tre regole fondamentali per incoraggiare l’adozione di soluzioni che generino innovazione di valore a beneficio dell’intera comunità:

  1. Regolamentazioni intelligenti.
  2. Pianificazione strategica di lungo termine e promozioni di incubatori.
  3. Gestione lungimirante delle proprietà.

Proposte per il settore in Italia

Alla luce di quanto sopra, le proposte di intervento efficaci per il settore in Italia, a mio avviso, sono (lato privato):

  • Economia circolare (risorse, design, processi).
  • Standardizzazione e industrializzazione con elevata customizzazione ed estetica.
  • Gestione dei processi e dei modelli di affidi (subappalti) innovativa secondo un catena di valore definita a priori e continua.
  • Gestione di progetto rigorosa (tempi, qualità, costi).
  • Digitalizzazione dei processi (BIM, monitoraggi, simulazioni…).
  • Collaborazione per scalare le soluzioni innovative ed avere nuovi ritorni sull’investimento (es: royalties, sharing innovation…).

Mentre per il lato pubblico sono:

  • Promuovere l’innovazione e le soluzioni di sostenibilità (economica, ambientale e sociale) anziché privilegiare il mantenimento dello status quo di nome e regole.
  • Armonizzare regolamenti e codici semplificando i processi, con assunzioni di responsabilità dei decisori (focus sugli obiettivi anziché sul rispetto normativo), a beneficio dell’intera collettività.
  • Sorveglianza e controllo del mercato nazionale, in primis per l’incolumità di persone e cose, al fine di creare un paese virtuoso.

I fattore chiave di successo

Anche in questo caso partiamo dalla proposta del The World Economic Forum e The Boston Consulting Group:

Potremmo sintetizzare in questo modo i tre punti sopra esposti:

  • Ispirazione: il 10% del successo, si parte da una visione chiara, dove vogliamo arrivare, e dalla creazione di una cultura propensa all’innovazione.
  • Gestione: il 40% del successo, comprendere il modello vincente, i canali, i processi.. attuandolo con metodo dimostrandone l’efficacia.
  • Risultati: il 50% del successo, regolare il proprio modello alle esigenze di mercato, mantenendolo sempre vivo, sul pezzo.

Cosa fare quindi?

Per fare tutto questo non funzionerà mai il “one man band”. Dobbiamo passare dal potere del sapere, al potere della condivisione del sapere

Parliamo di innovazione collaborativa, l’unica in grado di farci ottenere i risultati attesi con costi accessibili, il giusto time to market e in generale la capacità di accrescere le opportunità di successo.

Ecco i 5 passi da seguire con il gruppo di lavoro:

  1. Creare e condividere la visione che vogliamo raggiungere.
  2. Comprendere quale lavoro andiamo a semplificare e/o migliorare in modo nuovo (innovazione di valore).
  3. Creare un modello di business in grado di concretizzare i risultati.
  4. Implementare l’organizzazione e la relativa gestione per ottenere gli obiettivi posti, rispettando tempi, costi e qualità.
  5. Festeggiare i risultati e migliorarsi, ampliando rete e mercato ed adattando il proprio modello di business ove necessario.

Disclaimer

Questo articolo è stato liberamente ispirato e tradotto da Shaping the Future of Construction: Inspiring innovators redefine the industry del World Economic Forum.

Si consiglia la lettura dello stesso, in particolare per i casi studio citati.