l’importante è capirsi

Sembra una banalità e forse lo è, ma come spesso accade questa semplice frase nasconde in sé un potente suggerimento, che se adottato fa cambiare (in meglio) le dinamiche nel business, ovvero: la priorità è potersi confrontare!

L’appartenenza ad un gruppo, meglio se elitario, nel business è un elemento distintivo, che ti accredita e da importanza di fronte ai propri interlocutori, siano essi competitors o clienti.

Un modo per accreditarsi è l’utilizzo di un linguaggio “elitario” che contenga le key words distintive per il contesto target. Ad esempio se la key word del momento nel business è sostenibilità, questa ci deve essere nei discorsi che contano, meglio se declinata in modo unico, per fornire quell’elemento personale e distintivo che sempre ricerchiamo.

Sicuramente tutti noi abbiamo notato come politici, religiosi, medici, giornalisti… utilizzino un linguaggio molto simile, atto anche a riconoscersi reciprocamente.

Nel business vale la medesima regola

Ma la priorità deve rimanere quella del confronto, per evitare allontanamenti e distanze degli stakeholders dagli obiettivi a causa di un linguaggio non “ad hoc”.

Ad esempio dal 2000 mi occupo anche di sistemi ISO 9001, la nota norma di qualità applicabile a tutte le organizzazioni. La sua applicazione implica la conoscenza di un preciso vocabolario di termini spesso definito “qualitatese“. Il suo utilizzo permette agli esperti di confrontarsi, riconoscendosi come i portatori della conoscenza con un linguaggio proprio della qualità, ma in alcuni casi tale linguaggio può essere “distaccato” da quello normalmente utilizzato in azienda.

Questo può produrre delle divergenze tra il sistema creato per la ISO 9001 e la gestione del business aziendale.

Per questo è preferibile l’utilizzo di un linguaggio preciso e chiaro, ma che sia a favore di un dialogo “inter pares”

Dobbiamo sempre essere in grado di conoscere e capire il contesto in cui ci muoviamo, per utilizzare il linguaggio più appropriato, perché questo è il terzo elemento oltre a noi ed il nostro interlocutore.

Concludo riportando una frase molto significativa di Bergonzoni:

Le parole stanno al pensiero come i mattoni a un’abitazione. E se uno guarda un edificio, cosa vede? I singoli mattoni o l’architettura?