Premessa

I KPI (key performance indicators), letteralmente “indicatori chiave di prestazione” sono degli indicatori per misurare gli obiettivi strategici. Gli obiettivi strategici sono considerati chiave dall’organizzazione in quanto guidano le priorità aziendali, i KPI forniscono la misura del loro perseguimento.

Talvolta i soli KPI non sono sufficienti alla gestione degli obiettivi strategici, per le seguenti ragioni:

  • Non permettono un’analisi di dettaglio delle singole componenti utili all’ottenimento degli obiettivi strategici posti e devono essere quindi integrati da “indicatori di processo“.
  • Potrebbero essere “lagging indicators“, ovvero che guardano il percorso già svolto (es: gli indicatori finanziari sono lagging indicators) ed è quindi necessario integrarli con “leading indicators” che guardino avanti (es: tendenze di mercato o quantomeno indicatori in grado di fornire agilmente lo stato attuale dell’andamento dei processi).

Nel presente articolo fornirò una metodologia efficace di gestione dei KPI sfruttando le logiche “causa-effetto” della Balanced Scorecard di Norton e Kaplan.

Come noto l’elemento vincente della Balanced Scorecard è quello di tradurre le strategie dell’organizzazione in metriche di performance (scorecardassicurando l’equilibrio (balance) tra le prestazioni di breve termine, misurate attraverso parametri di natura economico-finanziaria e quei fattori “non finanziari” in grado di condurre l’organizzazione alla creazione di valore duraturo nel tempo. Per approfondimenti si rimanda al seguente articolo.

Un metodo efficace per gestire i KPI

Un metodo efficace per gestire i KPI parte dalle seguenti affermazioni logiche.

Quando siamo alla guida di una moto (mezzo agile) necessitiamo di conoscere costantemente le informazioni “strategiche” per la conduzione del mezzo (velocità, livello carburante e “criticità – guasti“), lasciando altre informazioni importanti per il funzionamento dello stesso (pressione olio, stati di usura…) ad approfondimenti puntuali di processo.

 

Image by Hands off my tags! Michael Gaida from Pixabay.

Nella gestione di impresa il concetto è assolutamente analogo ed è attuabile attraverso i seguenti step concettualmente lineari:

  1. Definire gli obiettivi strategici dell’organizzazione, pochi, chiari e coincisi che fanno la differenza e guidano le priorità di scelta rispetto alle attività da fare o non fare.
  2. Definire KPI condivisi, sintetici e SMART che diano la misura del raggiungimento degli obiettivi strategici.
  3. Incentivare i preposti dei processi interessati a definire indicatori di processo (sia “lagging indicators” che “leading indicators“) che aiutino a descrivere in dettaglio il funzionamento delle attività a supporto dell’ottenimento degli obiettivi strategici misurati con i KPI.
  4. Mantenere il legame tra tutti gli indicatori di processo scelti e i KPI secondo chiare logiche di “causa-effetto” come indicate nella figura seguente:

Conclusioni

Questa metodologia risulta particolarmente utile nella definizione dei KPI e degli indicatori di processo correlati dell’organizzazione, mantenendo una visione chiara e condivisa sugli obiettivi strategici.

Ragionare secondo logiche di “cause-effetto” agevola la “pulizia” delle informazioni indispensabili all’organizzazione per orientare le proprie risorse verso gli obiettivi strategici. Tale modo di operare permette di non tralasciare dettagli utili per la gestione dei singoli processi, dando altresì un senso chiaro alle azioni dei preposti, attraverso un quadro completo di gestione strategica aziendale.

Qualsiasi domanda o feedback a riguardo è più che benvenuto!

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