Ogni attività che intendiamo svolgere con successo necessita di una precisa impostazione, non può essere lasciata al caso e al solo istinto… per poter  innovare ogni giorno!

Come ci esercitiamo nella memoria, nella comunicazione, nella capacità relazionale… così dobbiamo allenarci a guidare le nostre scelte con un quadro strategico preciso a nostra disposizione.

Spesso vedo partire progetti molto ambiziosi, che hanno una loro logica di insieme, ma con requisiti troppo ampi per essere soddisfatti con le risorse a disposizione e soprattutto senza una chiara strategia di come le attività siano realmente legate tra di loro per fornire i risultati attesi.

In questi casi purtroppo prevale una diffusa cultura del fare senza programmare.

Perché la programmazione viene vista come “sottrarre tempo al lavoro… al fare“. Ovvero programmare non è lavorare.

Quando questo accade si mette a rischio la formulazione e condivisione della strategia. Non si utilizza il pensiero strategico!

Ma cos’è il pensiero strategico? … potremmo sintetizzarlo in

orientare le decisioni in funzione di una precisa strategia

A tal fine ci possono venire in aiuto queste 5 semplici, ma efficaci, domande da porci:

  1. Ho compreso come soddisfare le esigenze dei miei clienti target?
  2. Il valore che fornisco ai clienti mi viene riconosciuto al target price stabilito?
  3. Ciò che propongo è coerente con la missione, i valori e le priorità della mia organizzazione?
  4. Ho le risorse necessarie per ottenere, nei tempi stabiliti, gli obiettivi posti?
  5. Ho le competenze e l’infrastruttura informatica e relazionale necessaria ad ottenere gli obiettivi posti?

Così pensiamo prima di agire e agiamo perfezionandoci continuamente.

Le attuali ristrettezze dei budget e l’assoluta liquidità degli scenari di mercato ci impongono di investire sul pensiero strategico e dare la leadership delle organizzazioni in mano a chi utilizza con costanza il pensiero strategico.

Disegniamo le mappe strategiche dei nostri obiettivi, condividiamole con le figure strategiche in azienda, capiamo come pensare “out of the box” e incentiviamo gli altri a farlo di fronte ai problemi.

Chiediamo ai nostri collaboratori di portare soluzione, per il breve e medio periodo, ai problemi che trovano.

Ma facciamo questo solo ed esclusivamente dopo aver stabilito e condiviso la strategia aziendale, i valori e le priorità. Così facendo si potrà ragionare in una griglia di obiettivi e impostazioni che l’organizzazione si è data in modo chiaro.

Se non si stabiliscono prima questi fondamentali elementi si correrà il grosso rischio di trovarsi di fronte proposte anche valevoli, in termini assoluti, ma non allineate tra loro e a quanto l’organizzazione vuole sviluppare per il successo duraturo.

Se ciò accade è la direzione che va biasimata, in quanto non ha stabilito dove orientare gli sforzi, demoralizzando i propri collaboratori che si troverebbero i criteri di accettazione delle idee (la strategia) dopo averle formulate.

Il pensiero strategico va promosso in primis dalla leadership aziendale, per dare il buon esempio a tutta l’organizzazione!

Il “2017 JOBS OUTLOOK” del PMI riporta che solo il 44% dei progetti promossi dall’organizzazione sono allineati alla strategia aziendale, mentre questo valore dovrebbe essere prossimo al 100%.

Buon lavoro.